La chiesa di Mossini: una storia unica.
Fra il ‘500 e il ‘600 la Valtellina visse una situazione particolare dal punto di vista religioso: la biconfessionalità. A quel tempo era assolutamente normale che gli abitanti di uno stato, nazione o territorio appartenessero tutti alla stessa religione. Così fu anche in Valtellina, che dal 1512 si ritrovò sotto il dominio delle Tre Leghe svizzere, pur continuando, dal punto di vista religioso, a far parte della diocesi di Como. Ma verso gli anni trenta del 500 nelle Tre Leghe e successivamente in Valtellina si diffuse la riforma protestante.
Essa nacque come una forma di forte reazione allo stato di decadenza della Chiesa Cattolica di quel tempo. Dalla Germania di Lutero si diffuse velocemente in molti paesi europei. In Svizzera ciò avvenne soprattutto per opera dello zurighese Ulrich Zwingli che, dopo aver ottenuto l'abolizione della messa, si spinse più radicalmente nel condannare i culti e riti della tradizione cattolica. Nel 1526 il governo delle Tre Leghe decretò l'Editto di tolleranza con il quale in Valtellina, per favorire la diffusione del protestantesimo, si riconosceva il diritto all'esistenza di una confessione riformata accanto a quella Cattolica sancendo così l'esistenza di un regime confessionale misto. Di fatto in Valtellina la riforma si diffuse soprattutto a partire dal 1542 in seguito all'offensiva della Santa inquisizione Romana che provocò la fuga dall'Italia di molti che erano passati alla Riforma e che da quel momento furono considerati eretici. La Valtellina e la Valchiavenna erano il luogo ideale dove rifugiarsi essendo terre di lingua e cultura italiana dove però vigeva una, seppur parziale, tolleranza religiosa.
Bisogna comunque notare che motivo di diffusione della riforma fu anche uno stato di grave decadenza e crisi pastorale della Chiesa Cattolica. Nella Pieve di Sondrio, in particolare, questa situazione era stata ulteriormente acuita dalla grave condotta di alcuni arcipreti che si erano susseguiti durante il 500. Ad esempio Bartolomeo Salis che oltre essere Arciprete di Sondrio lo era anche di Berbenno ed era anche curato di Montagna, prevosto di Teglio e possedeva un canonicato a Coira. A questo cumulo di cariche e benefici corrispondeva però una totale trascuratezza nella cura pastorale delle parrocchie a lui affidate, tant’è vero che l'arciprete non risiedeva in nessuna delle sue comunità. Anche in Valmalenco vi era un unico chierico che doveva assicurare la cura pastorale di tutta la valle. Questa situazione, protrattasi per diversi decenni, condusse la Pieve di Sondrio in uno stato di profonda decadenza spirituale e pastorale.
Fu proprio al centro geografico e amministrativo della Valle che si costituì nel suo complesso il più grosso nucleo di riformati di Valtellina. Si formarono Dunque diverse comunità evangeliche con diversi pastori: a Sondrio era formata da circa 250 membri. Tutti gli abitanti di Mossini e buona parte di quelli di Ronchi e Aschieri erano stati guadagnati alla nuova fede. Una comunità più piccola venne fondata anche in Valmalenco. una serie di decreti del governo dei Grigioni andò apertamente a sostenere e favorire le comunità riformate. Con questi provvedimenti i cattolici furono obbligati a cedere ai riformati una chiesa per il loro culto o in alternativa veniva imposto l'uso in comune dell’unica chiesa regolando i turni per gli uffici liturgici. I cattolici furono Inoltre obbligati a mantenere a loro spese anche i Pastori protestanti, benché la presenza dei riformati fosse assolutamente minoritaria rispetto a quella cattolica.
Nel complesso in tutta la Valtellina risultano 12 chiese assegnate agli evangelici a Grosotto, Tirano, Teglio Mossini, Valmalenco, Berbenno, Caspano, Morbegno, Traona, Mello e Dubino. Si tratta di chiese cattoliche già esistenti che per la legge suddetta furono messe a disposizione o condivise con gli evangelici, ma con una eccezione: Mossini. Essendo l’unica località dove tutta la popolazione era passata alla Riforma il governo Grigione diede l'ordine di costruire una chiesa a loro esclusivo utilizzo. Chiesa che dunque, in origine, come normale tra gli evangelici, non venne intitolata ad alcun santo. Fu trasformata in chiesa cattolica e intitolata a San Carlo Borromeo dopo il 1620 con l'allontanamento dei protestanti.
Alcuni pastori di Mossini: Scipione Lentulo, di origine napoletana frate carmelitano e dottore in teologia e apprezzato oratore, ma avendo aderito alla Riforma Fu arrestato dall'inquisizione nel 1556 e condannato al carcere Dal quale riuscì a fuggire e dopo varie peripezie si rifugio in Svizzera. Fu pastore a Mossini dal 1566 al 68, dove però viene osteggiato dalla popolazione e successivamente fu pastore a Chiavenna fino al 1597. Silvio Bartolomeo pastore a Mossini dal 1568 al 1572, poi a Teglio e a Sondrio, ma poi venne espulso in quanto considerato eretico anche dai riformati. Gabriele Averrario 1572 1576 Luigi Fractius 1576 1593 Nicola Kesel 1593 1616 Bartolomeo Marlianici 1616 1620, venne ucciso durante il “Sacro Macello”.
Veduta di Sondrio nel XVI secolo, conservata presso il Museo Valtellinese di storia e arte